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PROFESSORI, PAVIA E' DA RECORD ITALIANO

10.11.2008 00:00

 

Dal 2000 ad oggi i professori ordinari nelle università italiane sono aumentati del 32%. Mentre il numero di studenti è cresciuto dell’11%. Questa la media nazionale, tra atenei che però hanno visto un aumento esponenziale degli ordinari (a Foggia +360%). Ma Pavia, nella classifica degli «atenei gonfiati» proposta dal Sole 24 ore, è ultima, o prima se si pensa al risparmio. Con i suoi 372 professori ordinari, ha visto un aumento solo dell’1,9%, mentre i ricercatori sono cresciuti del 4,3% e gli associati sono calati dell’11%. Senza intaccare il rapporto docente/studenti.

PAVIA. Dal 2000 ad oggi i professori ordinari nelle università italiane sono aumentati del 32%. Mentre il numero di studenti è cresciuto dell’11%. Questa la media nazionale, tra atenei che però hanno visto un aumento esponenziale degli ordinari (a Foggia +360%). Ma Pavia, nella classifica degli «atenei gonfiati» proposta dal Sole 24 ore, è ultima, o prima se si pensa al risparmio. Con i suoi 372 professori ordinari, ha visto un aumento solo dell’1,9%, mentre i ricercatori sono cresciuti del 4,3% e gli associati sono calati dell’11%. Senza intaccare il rapporto docente/studenti.

 La classifica pubblicata ieri dal quotidiano Il Sole 24 ore presenta un confronto che copre un periodo di otto anni (2000-2008), anche se i dati relativi al numero di studenti sono in realtà riferiti al 2006, e indicano i soli studenti in corso. L’ateneo pavese ha 372 docenti ordinari, che nel periodo preso in considerazione, sono aumentati dell’1,9%. Poco rispetto ad altri atenei: più 133% Cassino, più 250% Napoli Parthenope o Salerno più 70%. Ma anche città del Nord, come Bergamo (+123%) o Verona (+54%).

 A Pavia è invece diminuito il numero degli associati, che oggi sono 330, dell’11%. L’università ha invece assunto più ricercatori, cresciuti del 4,3%. Mentre in altri atenei sono calati: del 23% all’Orientale di Napoli o del 20% a Trieste. Ma rispetto agli studenti? Il rapporto tra il numero di docenti e di studenti a Pavia non è praticamente cambiato. E’ sempre di circa 19 ragazzi per professore, così nel 2000, così nel 2006. Questo nonostante una crescita del 27% del numero di studenti dell’università di Pavia, che conferma la capacità dell’ateneo di attrarre nuovi studenti, sempre più spesso da altre città e regioni. Anche perché l’aumento del numero di ricercatori garantisce comunque la didattica, poiché i ricercatori portano avanti attività di ricerca, ma anche di insegnamento.

 I numeri da “atenei gonfiati” che riporta il quotidiano economico raccontano della tendenza, in molti atenei, di ingigantirsi, con le lauree 3+2 che hanno moltiplicato i corsi. Ma Pavia va in controtendenza: «Già da alcuni anni l’università di Pavia sta attuando una politica di contenimento della spesa per il personale, pur nella consapevolezza che le attività di formazione e ricerca di alta qualità richiedono investimenti in termini di personale - spiega il rettore Angiolino Stella -. Come ben evidenziano i dati pubblicati, l’università di Pavia, a differenza di tanti altri casi, rifugge da sbalzi e oscillazioni che appaiono legati a percorsi meno consolidati e associabili a fenomeni contingenti. E’ poi ovvio che gli Atenei recentemente costituiti abbiano percentuali molto elevate e non si prestino a confronti con università come la nostra». Ai dati sul numero di docenti e ricercatori si affianca anche un altro aspetto: il vincolo del 90%. Significa che la spesa per il personale non deve superare il 90% del fondo di finanziamento ordinario in arrivo dal ministero. Lo stesso fondo che subisce i tagli della legge 133. Pavia è oggi leggermente al di sotto di questo limite: «Un traguardo cui si è giunti non senza sacrifici - spiega ancora il rettore - I dati attuali dimostrano quindi l’impegno, gravoso ma necessario, per il raggiungimento degli obiettivi richiesti dal ministero; il rispetto di questi obiettivi sarà necessario per evitare il blocco dei bandi di concorso nei prossimi anni».

 La situazione ottimale, forse, sarebbe l’equilibrio: «La scelta più giusta sarebbe il ricambio uno a uno - spiega Gianluca Introzzi, ricercatore - Gli ordinari sono rimasti stabili, ma il problema più grosso è che si stanno svuotando gli associati. Si riusciranno a reclutare nuovi ricercatori, ma saranno penalizzati gli attuali perché non riusciranno a diventare associati». Sui dati del Sole 24 ore, non si sbilanciano alcuni studenti: «Bisognerebbe poter analizzare la ricchezza e l’offerta didattica degli altri atenei - spiegano Claudia e Antonio - Magari sono aumentati i docenti, ma anche i corsi».

10 novembre 2008 La Provincia Pavese

 

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