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OTTO IDROMETRI DALLA DIGA MIORINA AL PONTE DELLA BECCA MISURANO IN CONTINUAZIONE LIVELLO E VELOCITÀ DELLE ACQUE

02.04.2001 00:00

 

 

Otto idrometri dalla diga Miorina al ponte della Becca misurano in continuazione livello e velocità delle acque L' università di Pavia sentinella del Ticino Piene e alluvioni simulate da modelli matematici per organizzare gli interventi d' emergenza PAVIA - «I fiumi sono vivi. Cambiano anno dopo anno il loro corso per cause naturali e per interventi umani. Il compito del dipartimento di Ingegneria idraulica ed ambientale dell' ateneo pavese è proprio quello di studiare modelli matematici, capaci di prevedere come si comporterebbe il Ticino o il Po in caso di alluvione e indicare così le zone da ritenere più a rischio». Mario Gallati, 56 anni, direttore del Dipartimento universitario che da oltre 25 anni studia l' effetto delle alluvioni sul territorio, non nasconde la sua soddisfazione quando parla degli studi effettuati sul «Fiume azzurro», serviti alla Protezione civile per pianificare gli interventi durante l' alluvione del 2000 individuando con ampio anticipo le zone che sarebbero state allagate. «I nostri laboratori non prevedono le alluvioni. La piena di un fiume dipende da molti fattori, dalla pioggia e dallo scioglimento della neve. I modelli matematici che ci permettono di studiare il Ticino e parte del fiume Po, prevedendone i comportamenti durante le piene, sono basati su rilevamenti effettuati lungo gli argini ed il greto dei due corsi d' acqua. Posso affermare che gli effetti dell' ultima alluvione erano noti a noi esperti e alla Protezione civile già da oltre un anno. Gli studi fisici e matematici, infatti, ci avevano permesso di individuare con largo anticipo i territori a rischio in caso di massima piena. Il fiume, purtroppo, ci ha dato ragione, tanto che la Regione Lombardia ha chiesto di confrontare le nostre simulazioni con le cartografie dell' ultima esondazione. Questo ci permetterà di migliorare l' indice di previsione sul breve periodo, studiando piani di emergenza sempre più precisi». Insomma, l' Università degli Studi di Pavia diventerà il vero «guardiano» del Ticino. L' ateneo e la Protezione civile controllano il Ticino grazie ad 8 diversi «idrometri», strumenti che indicano istante dopo istante il livello delle acque. I controlli sono effettuati a monte, alla diga Miorina, che regola le acque del lago Maggiore, e a valle, tra Pavia ed il ponte della Becca, alla confluenza fra Ticino e Po. Continua Gallati: «Grazie agli idrometri siamo in grado di sapere come l' ondata di piena si muoverà lungo il corso del fiume. Ad esempio, se alla Miorina il Ticino supera di 2 metri lo zero idrometrico, la misura che indica il livello normale del fiume, allora siamo in grado di calcolare che la piena arriverà a Pavia entro 7 ore. Con lo stesso sistema possiamo prevedere come si allagheranno le aree golenali ed i centri urbani, con un margine di errore nullo». Insomma, il progetto dell' Università di Pavia potrà consentire il monitoraggio del Ticino 24 ore su 24, garantendo alla Protezione civile dati sempre più aggiornati e la possibilità di intervento prima che le case vengano allagate. Giuseppe Spatola

Spatola Giuseppe

Pagina 53
(2 aprile 2001) - Corriere della Sera

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