
20 anni di informazioni agli occhi dei quotidiani
ALTRO CHE BLUFF, L'ESPERIMENTO DI HALL APRE NUOVI ORIZZONTI
"Altro che bluff, l' esperimento di Hall apre nuovi orizzonti" L' INTERVISTA Marco Fraccaro, un pioniere delle ricerche sui geni: "Importante studio, non a caso e' stato premiato Problemi etici? E' giusto tutto cio' che aiuta l' uomo" - DAL NOSTRO INVIATO PAVIA . Allora, professor Fraccaro, negli Stati Uniti si e' "clonato" o no l' embrione umano? "L' esperimento di Jerry Hall e' proprio una clonazione, anche se interrotta ad una fase iniziale. Per essere completa, si sarebbe dovuto procedere fino alla nascita del bimbo, del "figlio" dell' embrione originario da cui e' stata presa la cellula individuale poi clonata. Hall e compagni si sono invece fermati quando l' embrione "creato" in laboratorio era allo stadio di 32 cellule (o blastomeri), pronto cioe' per l' impianto in utero. Il risultato sarebbe stato comunque negativo, essendo stati usati 17 embrioni di "scarto", perche' fecondati da piu' di uno spermatozoo e percio' non destinati a sopravvivere (il loro utilizzo a fini sperimentali e' "legale")". Quindi non si tratta di un bluff o dell' applicazione di banali tecniche gia' adottate sui bovini? "Si tratta senz' altro di un importante studio. D' altra parte e' scritto anche sul reportage di Science. I partecipanti al meeting annuale dell' American Fertility Society a Montreal sono rimasti talmente impressionati dalla comunicazione che hanno conferito a Hall e soci il premio per la "migliore relazione del programma generale". Questo avveniva circa una settimana prima della burrasca scatenata dall' articolo sul New York Times. Probabilmente contro Hall si sono poi scagliati anche coloro che ne avevano applaudito la comunicazione". Il professor Marco Fraccaro, ordinario di Genetica Medica all' Universita' di Pavia, resta dello stesso perere gia' espresso a caldo, subito dopo la notizia della clonazione, al Corriere della Sera. Un parere controcorrente rispetto ai commenti negativi espressi da molti suoi colleghi. Lui difende il lavoro di Hall ed ha le carte in regola per farlo: negli anni ' 60 e' stato uno dei pionieri (erano in due tre al mondo) della manipolazione dell' uovo umano in vitro. Prima di rientrare nella sua Pavia, come cattedratico, ha lavorato ad Uppsala in Svezia, ad Oxford in Inghilterra ed e' stato funzionario scientifico della Cee. "Scriva anche che sono rettore del Collegio Cairoli, mi raccomando". Il professor Fraccaro commenta quanto ha appena letto su una fotocopia del reportage del convegno di Montreal apparso venerdi' scorso sulla rivista Science. Conferma la sua prima impressione? "Prima di tutto sottolineo l' intenzione dei due ricercatori di far scoppiare "il caso" nell' ambito del convegno. Volevano sollecitare "linee guida" in materia da parte della Societa' scientifica americana per la fertilita' . Quel giorno e' come se avessero detto: "Ormai ci siamo, ma ancora non vi sono regole da rispettare". Poi posso affermare che un paio di novita' scientifiche Hall le ha presentate. La prima e' che dal 1991 alla Washington University hanno creato una "zona pellucida" artificiale, sono riusciti cioe' a riprodurre il "guscio" sintetico dell' uovo umano. Senza la disponibilita' di una "zona pellucida", che e' una copertura chiara e gelatinosa ricca delle sostanze nutritive necessarie per sostentare la divisione cellulare, non si puo' avere impianto e sviluppo di un embrione. Nelle procedure di clonazione con cellule di animali, questi fondamentali "gusci" si ottengono svuotando del nucleo ovuli non fertilizzati. Prassi non proprio trasferibile all' essere umano. Poi, lo stesso Hall due anni fa dimostro' che era possibile "rivestire" due cellule embrionali separate con una zona pellucida sintetica, aprendo cosi' il cammino verso la clonazione dell' embrione umano. La seconda indicazione dell' esperimento e' quella che veri "cloni" si possono creare soltanto da embrioni al primo stadio, quando cioe' sono costituiti da due soli blastomeri. Ossia, piu' primitivo e' l' embrione di partenza meglio si sviluppano in vitro i suoi "cloni". Quindi, altro che mille "fotocopie" dello stesso embrione. Anche se, in teoria, una volta fatto il primo passo...". Sarebbero percio' giustificati i distinguo di natura etica? "Parlando da ricercatore, ritengo che dal lavoro di Hall possano derivare ricadute pratiche utili all' uomo. E cio' per me ha gia' una valenza eticamente positiva. Certo, occorre poi vedere come si utilizzano i progressi scientifici". In altre parole: una cosa e' il Nobel ad Enrico Fermi, una cosa e' la bomba atomica. Quali sarebbero le possibili ricadute pratiche? "Almeno due. La prima e' che in ogni centro dove si fa inseminazione artificiale in vitro si potrebbero avere embrioni di scorta da utilizzare nel caso il primo impianto fallisse. Cio' eviterebbe alla donna un nuovo bombardamento di ormoni per l' ovulazione, cioe' la produzione di quelle uova che poi devono essere fecondate in vitro. La seconda riguarda la diagnosi delle malattie genetiche che si effettua sull' embrione prima del suo impianto nell' utero materno. Ovviamente c' e' un certo rischio. Avere un "gemello" faciliterebbe una pratica gia' in atto da 2 3 anni".
Pappagallo Mario
Pagina 13 (1 novembre 1993) - Corriere della Sera